CULTURA E MOTORI AL 19° GIRO DELLE ABBAZIE
APIRO – Dopo l’inizio di stagione ad alti contenuti agonistici con la “240 minuti sotto le stelle” di San Severino e la puntata fuori provincia, al kartodromo Dino Ferrari di Fermo, per l’evento “Dal bel mare al bel monte”, il Caem marchigiano ha operato una digressione puntando sulla cultura per il 19° appuntamento del Giro delle Abbazie. “Quest’anno, nel rispetto della tradizione che ci ha visto per tanti anni tesi alla scoperta delle bellezze architettoniche del nostro territorio – ha ribadito nel corso del pranzo di commiato il presidente del Caem, Pietro Caglini – abbiamo deciso di visitare la splendida abbazia di Sant’Urbano, nel Comune di Apiro”. Grazie alla sapiente guida dell’architetto Pacifico Ramazzotti, i componenti dei 35 equipaggi dei mezzi immatricolati entro il 31 dicembre 1980 ed i loro famigliari hanno potuto ammirare la struttura romanica con “contaminazioni” gotiche ricordata per la prima volta nel 1.033 in una pergamena che documenta una convenzione del suo abate con quello di San Vittore alle Chiuse. Nel 1.085, data relativa alla sua consacrazione, come si evince da un’iscrizione ancora leggibile sull’altare maggiore, l’Abbazia costituiva già un formidabile centro di potere politico e religioso che riuscì a trasferire anche sul piano civile. All’inizio del XV secolo iniziò la sua irreversibile decadenza che la spinse ad unirsi all’Abbazia di Val di Castro. Nel 1.810 fu acquistata da privati. È ancora presente, nella cripta, una grata attraverso la quale si accede alle cantine utilizzate per la conservazione del vino in epoca napoleonica, quando il Secolo dei Lumi tenne in scarsa considerazione gli edifici preposti al culto. Oggi l’abbazia di Sant’Urbano è proprietà del Comune di Apiro. Il pittoresco serpentone delle auto d’epoca è partito domenica mattina, poco prima delle dieci, da piazza Mattei, a Matelica, per poi attraversare Castelraimondo, “salutare” gli atleti della podistica “Stracassero” e proseguire alla volta di San Severino Marche. Di lì all’abbazia di Sant’Urbano, al termine della cui visita il gruppo si è concesso un aperitivo all’omonima Country house. Quindi, il pranzo in contrada Casalini di Apiro, alla trattoria Da Enzo. Nel corso del convivio sono stati conferiti due premi particolari. La Lancia Ardea ‘50 del fabrianese Mario Goffredi è stata votata quale auto più elegante, mentre la Porsche 356 del ’61 di Antonio Rossi, anche lui di Fabriano, si è meritata lo scettro del mezzo più appetibile come “macchina che vorrei possedere”. Dopo il presente di rito a tutti i partecipanti ed i doverosi ringraziamenti ai responsabili logistici della manifestazione Alberto Fontanella e Lorenzo Strappaveccia, la comitiva si è sciolta con la soddisfazione dei partecipanti per aver trascorso una giornata lontana dalla quotidiana routine e stimolante per il proprio bagaglio estetico-culturale.
Add. stampa Luca Muscolini